Le scale di Napoli

Veduta di Napoli dalla Certosa di San Martino

Un modo del tutto originale e insolito per visitare Napoli è percorrerla a piedi, o meglio, salendo e scendendo per le numerose scale che collegano le diverse zone della città. Napoli è una città collinare e le scale, i gradoni, le rampe disegnano l’antico sistema stradale che collega il mare alla zona alta di Napoli. 

 Le scale di Napoli sono oltre 200; percorsi poco battuti da un turismo di massa  e che permettono a un visitatore più attento di scoprire un altro volto della città partenopea: quello suggestivo e panoramico, in contrapposizione a quello caotico e trafficato. 

La Pedamentina

Le scale di Napoli: la Pedamentina

Dal Piazzale della Certosa di San Martino, sporgendosi oltre il parapetto si nota una strada che scende dalla collina. Là dove ci aspetterebbe il vuoto c’è invece un percorso, che, ripido, dopo una curva si sottrae alla vista: la Pedamentina.

La Pedamentina è una delle strade da percorrere a piedi più antiche della città: collegamento tra il Vomero e il centro storico. La discesa, o la salita, è ancora utilizzata come ponte tra due zone di Napoli e rappresenta un modo affascinante e pittoresco di attraversare la città. 

La storia

Le scale di Napoli: la Pedamentina

La discesa a gradoni fu creata per portare i materiali per la costruzione della Certosa di San Martino nel 1325. Documenti risalenti al 1556 mostrano una Pedamentina molto diversa da quella attuale: ampi tornanti che raggiungono la collina, ma niente più che uno stradone senza scale. E’ solo nel ‘700 che si decide di dotarla di scale (con più di 400 gradini) permettendo un utilizzo più comodo per arrivare alla Certosa e al Castel Sant’Elmo

L’esperienza della camminata non avrà prezzo, sarete immersi in uno dei luoghi più suggestivi di Napoli: una traccia lasciata sulla collina, un segno indelebile che dura da secoli.

 

Il Petraio

le scale di Napoli: il Petraio

Con i suoi 503 gradini, il Petraio rappresenta un’altra via che collega due aree della città di Napoli: la zona collinare del vomero con il corso Vittorio Emanuele. Questa lunga strada un tempo non aveva questo nome: si chiamava Imbrecciata e presumibilmente era formata da ciottoli o altro materiale. Il nome attuale, deriva dall’italianizzazione della parola petraro, che identifica una discesa ripida che raccoglie lungo il suo corso ciottoli, sassi e pietre precipitate giù dalla collina durante le piogge.

Scopriamo insieme questo incantevole angolo della città. 

Il percorso

Largo del Petraio

Partendo dalla collina del vomero dietro Castel Sant’Elmo si scorge l’inizio della discesa del Petraio su via Annibale Caccavello: difficile per il visitatore non farsi tentare. Infatti, il percorso visto dall’alta sembra un serpente che cerca di crearsi un varco tra i palazzi della città. Passeggiando lungo la strada incontriamo una serie di edifici storici: tra questi sicuramente va menzionata Villa Santarella, casa di Eduardo Scarpetta famoso commediografo napoletano e padre dei celebri fratelli De Filippo. La villa fu costruita grazie ai proventi ricevuti per una sua famosa commedia detta appunto Na Santarella.

 

Le scale di Napoli

Proseguendo si arriva a largo del Petraio e da lì continuando a scendere si incrocia una delle vie più conosciute e suggestive per splendore paesaggistico: via Filippo Palizzi. Qui il Vesuvio si manifesta tra gli edifici in stile liberty e, buttando lo sguardo oltre il muretto, si gode di una vista spettacolare su tutto il Golfo di Napoli. Da via Palizzi si scende, sempre tramite un’altra discesa e altre scale fino ad arrivare sul Corso Vittorio Emanuele poco lontani dall’università di Suor Orsola Benincasa.

Le rampe del Petraio, nate tra il ‘500 e il ‘600 per collegare il nuovo quartiere di Chiaia al Vomero, raccontano un piccolo e meraviglioso angolo di città poco conosciuto ma ricco di storia e dal panorama unico che non può non affascinare chi lo percorre. 

 

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